L’eccellenza nella lavorazione del marmo
Nel 1501, Michelangelo si accingeva a scolpire una delle opere più conosciute al mondo: la statua del David, ora conservata nella Galleria dell’Accademia di Firenze. Il materiale prescelto era un blocco di marmo bianco di Carrara gigantesco, che aveva creato non pochi problemi sia per la fornitura che per lo spostamento dello stesso dalle cave al laboratorio del maestro. La lavorazione del marmo cominciò in modo assai difficoltosa perché il blocco era stato compromesso nella sua struttura volumetrica dalla sbozzatura attuata precedentemente da Agostino di Duccio e Antonio Rossellino.
Il genio di Michelangelo, però, dopo tre anni di assiduo lavoro fu in grado di far emergere lo splendido David, unico nella perfetta proporzione di tutte le sue forme.
La tipologia di marmo scelto da Michelangelo era il marmo bianco di Carrara Statuario che si differenzia non solo per l’incredibile luminosità bianca tendente all’avorio ma anche per la quasi totale assenza di venture. All’oggi, questo materiale rappresenta il 5% di quanto estratto annualmente a Carrara il che spiega come mai sia tra i marmi ancora più esclusivi non solo in Italia ma nel mondo.
A lui, sempre parlando di marmi di alto pregio, vengono di solito affiancati il Marmo Calacatta extra di Carrara, caratterizzato da un fondo puro bianco-avorio con poche e sottili venature bianco-beige, e il Calacatta oro sul quale, sopra un fondo bianco cristallino, si articolano eleganti venature color giallo oro. Questi marmi sono veramente tra i più preziosi sul mercato e vengono utilizzati per elementi d’arredo di design, interni classici e contemporanei, coperture dedicate ad interni di lusso e zone SPA.
La lavorazione del Marmo Giallo di Siena in Toscana
Tra i mille, magnifici colori del marmo italiano, un posto d’eccellenza è quello del marmo Giallo Siena. Questo materiale è particolarmente pregiato sia per la sua bellezza che per la difficoltà di estrazione: il giacimento, infatti, è caratterizzato da un’intensa fratturazione che comporta l’estrazione di blocchi di diverse dimensioni e una gran quantità di materiale di sfrido. La sua bellezza, però, ripaga di tutte le fatiche ed esalta per il suo colore giallo scuro che diventa eterogeneo per la presenza di venature con tonalità che vanno dal bianco avorio al giallo chiaro fino a toccare il giallo ocra e il rossastro.
La particolarità di questo marmo è appunto quella di avere, anche all’interno di uno stesso blocco, lastre molto diverse tra loro per distribuzione del colore e movimento della venatura.
La lavorazione del Marmo Giallo di Siena è sempre stata ritenuta molto pregiata e numerosi sono gli esempi che all’oggi si trovano nelle più belle città italiane. Da mettere in rilievo, però, è il pavimento del Duomo di Siena che ha visto all’opera oltre 40 artisti e che è composto da 56 riquadri di varie forme e dimensioni che raffigurano Sibille, Storie bibliche, Virtù, Allegorie e storie dall’Antico Testamento. Visto nell’insieme, i contrappunti della particolare lavorazione in Marmo Giallo di Siena donano una luce particolare all’insieme rendendo il pavimento di gusto quasi impressionistico.
Il Botticino Classico: una fornitura di marmo esclusiva
Il Botticino Classico è una pietra esteticamente preziosa grazie alle sue venature cromatiche sui toni tenui del beige. Questa si estrae esclusivamente dal bacino marmifero ad est di Brescia e la fornitura del marmo è data solo da piccole e medie imprese che spesso hanno una storia lunga più di tre generazioni. Nel loro ‘piccolo’, però, questa zona, come escavazione di pietre ornamentali, è seconda solo a Carrara.
Per quanto riguarda la lavorazione di questo marmo, comunque, la sua durezza e le sue caratteristiche di particolare resistenza lo rendono idoneo a tutte le finiture, anche le più impattanti come la burattatura o la bocciardatura.
Indubbiamente, parlando del marmo Botticino Classico stiamo parlando di un marmo estremamente pregiato che come tale è stato utilizzato per realizzazioni iconiche come l’Altare della Patria a Roma senza dimenticare il fascino suscitato da questa pietra all’estero: opere realizzate con il Botticino Classico sono, ad esempio, la Casa Bianca e la Stazione Centrale di New York.
Portoro o Marmo di Portovenere: l’eccellenza del marmo italiano
Il Portoro o Marmo di Portovenere è una pregiatissima qualità di marmo nero brillante con leggere striature dorate che viene estratto esclusivamente nella zona della Spezia (Liguria). Il suo colore è dovuto alla ricchezza di sostanza organica presente nel calcare mentre le leggere venature oro alla dolomitizzazione parziale della sostanza organica che si è ossidata.
Il numero attuale delle cave che estraggono questo materiale è all’oggi molto limitato e i blocchi vengono ricavati all’interno di grandi camere per evitare l’impatto sulle aree soprastanti, molto delicate da un punto di vista paesaggistico.
La lavorazione del marmo Portoro ci rimanda agli Etruschi per poi, passando per i manufatti dell’antica Roma e a quelli tipicamente liguri del XII secolo, arrivare fino all’epoca rinascimentale dove fu molto utilizzato durante il regno di Cosimo I De Medici. Nell’epoca barocca, invece, saranno soprattutto le decorazioni degli interni delle chiese e dei luoghi sacri a richiedere la fornitura di questo marmo per realizzare opere meravigliose come San Pietro in Vincoli, San Giovanni in Laterano, la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo e San Silvestro in Capite a Roma. L’esportazione di questo materiale è cominciata solo nel XIX secolo e ha portato la fornitura del materiale in Francia, Belgio e Svizzera per l’ornamento di palazzi e castelli tra i quali ricordiamo Versailles, Marly e Compiegne. Verso la fine degli anni ’50 il Portoro raggiunse anche gli Stati Uniti dove fu prescelto per rivestire la sala proiezioni dell’allora molto famosa Paramount.
Meraviglioso come materiale di pregio, oggi è utilizzato per progetti di design ad alto valore d’impatto, bagni di lusso e rivestimenti.
Il travertino
Spesso all’interno della famiglia del marmo viene in modo non corretto inserito anche il travertino. In realtà, il marmo è una pietra metamorfica che, sotto l’effetto della temperatura e della pressione, ha subito una trasformazione fino ad ottenere una struttura granulare e cristallina.
Il travertino, invece, è una roccia sedimentaria nata da un deposito di calcare che, grazie alla sua porosità, può incorporare degli ossidi durante il processo di formazione acquisendo così colorazioni varie, tra il bianco e il beige fino ad arrivare al rossastro. I risultati però sono mozzafiato e paragonabili, se non altro come originalità, a quelli dati dai marmi preziosi di cui vi abbiamo parlato in questo articolo. Il travertino, infatti, può raggiungere colorazioni molto decise come il marrone scurissimo o il rosso incredibilmente carico.
Splendide sono anche le lastre con riga orizzontale screziata su toni di terra, che diventano particolarmente evocative in casali di campagna o resort marini.
Per fare un esempio di realizzazione di pregio in travertino, citeremo solo un’opera che sicuramente tutti conoscono: le meravigliose 284 colonne di Piazza San Pietro a Roma.