Il valore nascosto degli scarti di lavorazione
Il marmo nasconde un paradosso produttivo che merita più attenzione: durante la lavorazione, fino al 75% del materiale originale viene scartato. In pratica, da un blocco di 100 kg è possibile che solo 25 kg diventino prodotto finito. È come se per ogni opera d'arte in marmo che ammiriamo, ce ne fossero altre tre nascoste, in attesa di essere scoperte e valorizzate. Un materiale prezioso che fino a ieri veniva considerato solo un costo da gestire, ma che oggi sta rivelando un nuovo potenziale.
Negli anni, gli addetti ai lavori hanno imparato a classificare questi residui in categorie precise, ognuna con caratteristiche e possibilità d'uso specifiche:
- Pezzame: i frammenti più grandi, nati dal taglio di blocchi e lastre, che mantengono intatta la nobiltà del materiale originale
- Cocciame: elementi di dimensione intermedia
- Schegge: frammenti sottili e irregolari, perfetti per composizioni creative
- Polveri: la forma più fine del marmo, che può rinascere in modi sorprendenti
La qualità del materiale è identica a quella del prodotto finale - stessa composizione, stessa preziosità - eppure per anni questi materiali sono stati visti solo come rifiuti da smaltire. Ma cosa succederebbe se li guardassimo come risorse preziose per nuove creazioni?
L'arte di vedere valore dove altri vedono scarti
Nei laboratori di Marmi Vrech, la selezione dei materiali è quasi un rituale. Ogni frammento viene esaminato attentamente, come farebbe un gioielliere con una pietra preziosa. Non si valuta solo la qualità tecnica, ma soprattutto quel particolare gioco di venature o quella texture unica che potrà diventare protagonista di un nuovo progetto.
È un lavoro che richiede pazienza, competenza e quella sensibilità che solo chi lavora il marmo da generazioni può sviluppare. Non si tratta semplicemente di recuperare materiale: è un vero e proprio processo di curatela artistica.
Lavorare il marmo di recupero richiede una sensibilità particolare. Non è come partire da un blocco vergine: ogni frammento ha già vissuto una prima vita, ha subito tagli e lavorazioni che ne hanno definito caratteristiche e potenzialità.
Il processo inizia con un'attenta valutazione delle tensioni interne, prosegue con tecniche di taglio calibrate sulle specificità di ogni pezzo, fino alla fase cruciale della lucidatura, che deve esaltare le caratteristiche preservandone l'integrità.
DO-TOKI: quando il marmo di recupero diventa arte
Un esempio perfetto di questa filosofia di recupero creativo è la collezione DO-TOKI, nata dalla collaborazione con il designer Nicola Mihailovic. L'ispirazione è arrivata quasi per caso, durante una visita in laboratorio: osservando i cumuli di materiale di scarto, i designer hanno intravisto le potenzialità nascoste in quei frammenti. Il nome stesso del progetto - che viene dal dialetto "tochi de piera", pezzi di pietra - è un omaggio alle radici artigianali e al territorio.
Ogni pezzo della collezione DO-TOKI nasce dall'incontro di due o tre elementi di marmo recuperato al massimo (“do tochi, appunto”), sapientemente assemblati in composizioni geometriche dai tratti essenziali, quasi primitivi, che celebrano il profondo legame tra uomo e materia prima. Le dimensioni dei pezzi non superano i 35x35 centimetri. Non è un limite, ma una scelta: le dimensioni contenute permettono di esplorare la purezza della forma, creando un dialogo tra il rigore del design contemporaneo e l'autenticità del materiale.
La lavorazione è un processo meticoloso: ogni elemento viene accuratamente selezionato e lucidato a mano, in un percorso che esalta le caratteristiche naturali del marmo. Anche il packaging racconta questa attenzione alla sostenibilità: scatole di legno recuperate dal settore vinicolo, interni in paglia naturale e sacche in cotone compongono un involucro che è già di per sé un manifesto di design responsabile.
Il valore dell'unicità
Uno degli aspetti più affascinanti di questa collezione è la sua intrinseca esclusività. Non è una scelta di marketing, ma una conseguenza naturale del processo creativo: i frammenti utilizzati provengono da lavorazioni specifiche che non si ripeteranno. Quando un determinato blocco di marmo viene tagliato per realizzare, ad esempio, i top di una serie di yacht, produce una quantità finita di pezzi con quelle precise venature, con quella particolare texture. Una volta esauriti, sarà impossibile trovarne altri identici.
È questa rarità naturale che rende ogni pezzo DO-TOKI un oggetto da collezione: non solo un elemento di design contemporaneo, ma un'opera unica e irripetibile, testimone di un processo produttivo che trasforma il limite in opportunità.
Una visione per il futuro
Progetti come DO-TOKI dimostrano che la rigenerazionenel ciclo produttivo non è solo possibile, ma può diventare un potente motore di innovazione creativa. Ciò che un tempo era considerato scarto oggi diventa un’opera d'arte, aprendo nuovi orizzonti che uniscono sostenibilità, design e alta artigianalità.
La collezione DO-TOKI rappresenta per Marmi Vrech molto più di una linea di prodotti: è la dimostrazione concreta che l'economia circolare può entrare nel mondo del lusso senza compromessi.
In un'epoca in cui l'attenzione all'ambiente è diventata imprescindibile, il vero cambiamento è culturale: non è solo una risposta alle sfide ambientali del nostro tempo, ma è anche un invito a vedere la bellezza dove altri vedono solo scarti. È questa la chiave per un futuro dove lusso e responsabilità possono finalmente coesistere.